
Sette volte sul tetto del mondo con la sua moto d’acqua e creatore di sorrisi per nuovi campioni, come ama definirli lui. Fabio Incorvaia ha raccontato ai microfoni di SportAbility la bellissima crescita di un progetto unico: la Jet Ski Therapy. Affiancato da associazioni, volontari, istituzioni, Forze dell’ordine, e con il supporto anche del gruppo di Stelle nello Sport, l’atleta ligure ha ideato un’esperienza sportiva inclusiva e trasversale. Come spiegherà nel corso dell’intervista la Jet Ski Therapy abbatte l’armatura della disabilità e, vivendola da vicino, non si può che rimanere colpiti dal tornado di emozioni e di speranza che questa si porta dietro.
La storia nasce dopo il settimo titolo mondiale. Raggiunto un importante appagamento, ecco la voglia di fare qualcosa di nuovo:
“Nasce praticamente nel 2017, dall’ultimo mio titolo mondiale, il settimo. Mi sentivo ormai appagato dalle tante soddisfazioni. Avevo perso la motivazione di continuare a correre. Invece di festeggiare, alla fine, eravamo lì contenti ma quasi abituati. Allora ho voluto portare avanti un discorso diverso, inclusivo. Da un’esperienza personale con un ragazzo a cui ho fatto provare la moto d’acqua, abbiamo iniziato questa avventura. Io ero un atleta professionista all’epoca e partecipavo ai vari Mondiali. Volevo proprio ricreare il mio mondo sportivo con la Jet Ski Therapy. L’intenzione non era quella di portare un ragazzo con disabilità a fare un semplice giro in moto d’acqua ma era quella di ricreare in toto il mio mondo sportivo. Quindi dare un messaggio forte ai genitori e ai ragazzi per spiegare cosa vuol dire praticare lo sport: calendario, incitamento dei giorni d’attesa, adrenalina. Elementi che buona parte di queste famiglie non erano abituate a vivere, poiché costrette a stare spesso in casa. Abbiamo avuto bambini molto, molto gravi con patologie davvero crudeli. Dare questo diversivo, rompere quella quotidianità statica, quella sofferenza è stato il nostro input. L’obiettivo è mostrare e far vivere la pratica sportiva e la realtà dell’atleta. Loro diventano protagonisti di qualcosa di nuovo. Rendere a parole ciò non è facile, spesso il primo sguardo verso il disabile nasconde pietà, grazie allo sport e a queste esperienze le cose cambiano, le sensazioni mutano e la persona con disabilità diventa parte integrante. Nella Jet Ski Therapy lo spettatore non segue me, è concentrato sul sorriso e sulle emozioni del campione che è con me. Così è nata anche una sorta di sfida del sorriso più bello e dell’urlo più potente”.
I primi passi della Jet Ski Therapy hanno un alleato molto attento all’inclusione, Stelle nello Sport. Un rapporto, tra le altre cose, nato tanti anni fa:
“Io avevo vinto l’oscar di Stelle nello Sport nel 2008, dopo il primo titolo mondiale, quindi conosco Michele e questo progetto da tanto tempo. Sono rimasto sempre legato a questa realtà. Quando ho iniziato con la Jet Ski Therapy mi sono stati vicini ed è nato poco dopo anche SportAbility, dunque il rapporto si è ulteriormente rafforzato con una collaborazione molto bella. Noi abbiamo partecipato a tutte le Feste dello Sport degli ultimi anni, continuando a crescere. Nell’ultima festa abbiamo fatto il record di iscritti. Il sabato eravamo uno dei punti del Porto Antico più seguiti. C’erano i gradoni dove partivamo pieni di pubblico, la curiosità era tanta. Abbiamo chiuso a centoventicinque iscritti. Un ottimo risultato. C’è molta voglia da parte dei genitori e dei campioni, come li chiamo io, di provare l’adrenalina, probabilmente per la prima volta nella loro vita. Oltre a questo, poi, c’è l’importanza di ricevere la coppa-riconoscimento per aver sconfitto le proprie paure. Noi abbiamo istituito un premio che, da uno sportivo, è sempre molto ambito. Le varie premiazioni sono momenti molto attesi da questi ragazzi. Nei giorni seguenti mi arrivano, a volte, foto con ragazzi che addirittura dormono insieme al loro trofeo. Questo simbolo è bellissimo. In una competizione il primo degli arrabbiati è sempre quello che è fuori dal podio, dunque portare a casa il riconoscimento, il premio avvicina queste persone alla pratica sportiva di cui parlavo prima”.
Il 2022 è già l’anno dei record. Numeri da urlo e la prima uscita dai confini liguri:
“Quest’anno siamo partiti da Genova, poi siamo stati a Savona, dove è partito tutto, e dopo ancora la grande sorpresa. Per la prima volta siamo andati fuori Liguria. Questo 2022 è proprio l’anno dei record. Record alla Festa dello Sport, record a Savona e poi l’uscita dalla Regione. Siamo stati a Terracina, nel Lazio. Una mamma ha voluto coinvolgere la sua comunità. Invece che prendere e portare il figlio a Savona, ha deciso di pensare agli altri genitori e agli altri campioni, impegnandosi a portare la Jet Ski Therapy a Terracina. È stato un successo anche lì, ci hanno già confermato il doppio appuntamento per il prossimo anno. Ora torniamo in Liguria e a Sarzana, dove siamo stati nel 2021. Record anche lì perché, per la prima volta, faremo due giorni, il 9 e il 10 di luglio. Questi sono segnali veramente importanti. C’è tanta voglia di divertirsi, di fare sport, di trasmettere questo messaggio di inclusione. La nostra non è una semplice manifestazione per disabili, è un vero e proprio spettacolo, ogni persona che è in zona si ferma tanto tempo a guardare quello che succede. Ogni campione che sale sulla moto, poi, reagisce in modo diverso. Trasmettono emozioni diverse. C’è quella che apre le braccia in segno di volare, quello che cerca di toccare l’acqua. Insomma le reazioni sono differenti e totalmente spontanee. Tutte sensazioni che ti fanno innamorare dei nostri campioni”.
Fabio evidenzia come alcune caratteristiche di questo sport facciano la differenza e spieghino il successo ottenuto:
“Il punto chiave è l’adrenalina. Di fatto loro, per la prima volta nella vita, vengono impossessati dall’adrenalina. Essa riesce a distruggere quell’armatura che è la disabilità. Pensiamo a un bambino paralizzato, costretto in un corpo che non gli permette di essere libero. La Jet Ski Therapy regala una sorta di eccitamento che nella vita non provano. La velocità è, in questo senso, l’elemento trainante. L’abbattimento della disabilità, anche se per poco, questo è il successo del nostro progetto. Il secondo punto riguarda la giornata nel suo insieme. Una giornata di inclusione, nella quale i ragazzi e le loro famiglie vengono inglobati nella comunità, sono protagonisti senza diversità. Si passa del tempo a ridere e a scherzare. Poi via, via hanno importanza le coppe, il mangiare insieme. Insomma la possibilità di vivere un’emozione sportiva da protagonisti, non pensando a tutte le problematiche quotidiane”.
La Jet Ski Therapy non si ferma. Prossima tappa a Sarzana, il 9 e il 10 luglio, poi il grande evento di Albissola Marina ma non solo:
“Saremo, come detto, a Sarzana; poi ci sarà lunedì 25 luglio, ad Albissola Marina un’altra tappa, la più grande in assoluto, dove vogliamo battere il record di iscritti, superando il numero dell’anno scorso di centosettantacinque. Nella manifestazione ci saranno tre moto e porteremo tanti campioni che, ormai, arrivano da tutto il centro nord Italia. Parliamo di una manifestazione unica al mondo, ora ci sono dei miei ex colleghi che hanno intenzione di far nascere la Jet Ski Therapy. Questa è già nata in Bulgaria e, a breve, nascerà anche in Thailandia, Florida e Las Vegas, sempre grazie ad altri campioni del mondo di moto d’acqua che vogliono seguire le mie orme”.
Le emozioni non mancano, Fabio racconta dei suoi “fedelissimi”:
“La cosa più bella di tutto questo sono i vari messaggi che ci arrivano. A volte non mi rendo nemmeno io conto di quello che abbiamo creato. Riusciamo a regalare a queste famiglie una giornata così. È pazzesco. Poi ho dei superfedeli che vengono da Bergamo, da Milano, da Torino. Mi seguono sempre, c’erano anche alla festa di maggio. Prenotiamo l’hotel, organizziamo la trasferta. Anche questo aspetto, quello dei chilometri da fare, nasconde il senso di noi sportivi. La manifestazione di Genova non deve essere locale, bisogna avere partecipanti da un’area più grossa. La vita dello sportivo è pure trasferimento e la Jet Ski Therapy aiuta in questo”.
Tanti sono i “grazie”, meritatissimi, ricevuti da Fabio Incorvaia; ora anche lui ha una serie di ringraziamenti per chi ha permesso e permette questo progetto:
“Io sono il frontman di tutto questo progetto. Dietro di me, infatti, c’è una macchina perfetta spaventosa. In primis c’è la Croce Oro di Albissola Marina che mi supporta nella logistica e nell’accoglienza. Il Branco Nucleo Cinofilo che, con i suoi cani, allieta anche i ragazzi. Bisogna ricordare e ringraziare il dipartimento ligure dell’Ordine di Malta, medici e infermieri che prestano e garantiscono l’assistenza. Ovviamente tutti i volontari civili. Dietro a questa realtà ci sono, poi, le varie amministrazioni e la Capitaneria di Porto che permettono di fare le varie manifestazioni in sicurezza. La parte più importante è proprio la sicurezza, quindi un grazie di cuore va a loro, alla Polizia, alla Questura. Non c’è solo il giro in acqua, c’è pure la tanta gente che viene a osservare. L’organizzazione è complessiva, dunque serve un grande lavoro di tutti. Il grazie più importante, infine, va dedicato ai genitori che credono in me e che ci affidano i loro stupendi campioni”.
Chiudere un articolo è sempre un lavoro particolarmente ragionato, un po’ come la scelta di titolo e incipit. Questa volta è tutto diverso, è lo stesso Fabio, infatti, a fornirlo, una frase da non scordare: “Perché con la follia si possono realizzare grandi sogni”.
Simone Fargnoli