Emanuele Valenza: una vita in volo

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Emanuele Valenza: una vita in volo

“Everbody can fly”, un messaggio semplice ma sempre spettacolare, quasi come un’evoluzione in sospensione nell’aria. Quasi perché nell’Indoor Skydiving, come spiega e racconta Emanuele Valenza, medaglia di bronzo agli ultimi mondiali della disciplina per persone con disabilità, occorrono allenamento, precisione e abilità per eseguirle alla perfezione, e l’esecuzione tecnica come in tutti gli Sport non è mai semplice; lo è invece molto di più di quanto si possa pensare provare a lanciarsi e volare. C’è ancora qualche ostacolo da superare per renderlo il più agevole e accessibile per tutti, ma il volo radente al tetto del mondo di Emanuele è la testimonianza che si può fare.

Oggi è il presidente di Anglat La Spezia per provare a restituire qualcosa di quello che gli ha dato l’associazione dopo l’incidente occorsogli in Iraq nel 2019 mentre prestava servizio militare – è Medaglia d’Oro al Merito della Marina- Amputato transitabile da allora, grazie alla sezione di Genova di Anglat ha ritrovato la libertà di vivere come preferiva. Il suo Mondiale è stato quasi una parabola di questo percorso: partito con l’idea di dare tutto con tenacia ed entusiasmo, si è spinto molto più in là di quanto osasse immaginare, partecipando a uno straordinario lavoro di squadra. Tutti possono volare, non sono parole sparse nell’aria ma fatti che spiccano e si ramificano in meravigliose, impensabili evoluzioni. Seguite quella di Emanuele e prendete il volo con lui.

Hai vinto una medaglia Mondiale nell’Indoor Skydiving, una disciplina che permette acrobazie difficili e spettacolari, e di cui probabilmente in troppi non conoscono i dettagli più affascinanti. Hai voglia di raccontarceli?

“L’indoor skydiving è uno sport che esiste da circa 10/15 anni.  Nasce come simulatore di caduta libera, con una funzione quindi propedeutica al paracadutismo, ma poi si evolve acquisendo una propria dignità agonistica. Oggi per le persone prive di disabilità esistono campionati su scala mondiale di 4 diverse discipline.  L’anno scorso, per volere della federazione di paracadutismo Francese, sorge la prima competizione ufficiale per disabili che acquisisce subito una connotazione di carattere Mondiale. Partecipano all’evento moltissimi Tunnel disseminati per tutto il mondo.

Il tunnel è una grande camera cilindrica verticale, solitamente con pareti in vetro, dove un flusso d’aria molto forte, costante e uniforme ci permette di volare secondo le capacità in posizioni e velocità diverse.

Questi tunnel hanno testato centinaia di ragazzi disabili selezionandone poi un’aliquota di 5 per tunnel. L’Italia ha partecipato con il tunnel di Aero Gravity che ha selezionato la nostra squadra di 4 ragazzi disabili motori, (tra cui io) ed una ragazza disabile cognitiva.

Al Mondiale è arrivata una grande soddisfazione per i colori azzurri

Come Italia, abbiamo portato a casa il doppio risultato quindi, le medaglie ed i piazzamenti ma anche e soprattutto l’aver dimostrato che anche i disabili cognitivi possono volare”

Da dove nasce la passione per lo Sky Diving? Quando hai cominciato a praticarlo?

“Ero paracadutista prima dell’incidente, ed ho sempre amato la sensazione di libertà che volare puó dare”

La tua storia personale ti ha visto superare una grande prova, dopo la perdita di un arto. Ora sei il Presidente di Anglat La Spezia. Come ti ha aiutato lo Sport ad affrontare questa fase della tua vita e come pensi in generale possa aiutare le persone con disabilità?

“Trovo che lo sport rappresenti uno dei veicoli di inclusione sociale più validi, specie quando si tratta di sport inusuali. Mi piace pensare al concetto di autoefficacia. Secondo lo psicologo Albert Bandura l’autoefficacia è direttamente proporzionale all’autostima. In altre parole, riuscire, nonostante la disabilità in esperienze cosi sfidanti da risultare inaccessibili anche a chi non è toccato da disabilità alcuna, ci aiuta a relazionarci nella società con la consapevolezza di essere funzionali ed efficaci tanto quanto gli altri. Questo ci inserisce nella società in maniera produttiva come figura Paritietica e non Subordinata a quella di chiunque altro”

 La tua storia si è intrecciata con quella di Anglat. Ci racconti gli scopi e le attività dell’Associazione, e in particolare quelli della sezione di La Spezia?

“Subito dopo l’incidente, sono stato catapultato in un mare forza 7 di problemi da risolvere, ma il primo e più impellente nodo da sciogliere è stato quello della mobilità. Perdendo un arto ho perso la patente di guida, e prima di camminare, prima della protesi, prima della riabilitazione, la più importante necessita da soddisfare e stata quella di recuperare la patente. Claudio Puppo e la sua ANGLAT GENOVA mi ha aiutato a recuperare la mobilita, l’indipendenza attraverso una patente bs per persone con disabilita”.

ANGLAT è questo, una realtà nel mondo del terzo settore capace di restituire la mobilità, l’indipendenza di decidere se tornare o meno a lavorare, se andare o meno in palestra, se fare o non fare la spesa. In una parola, Anglat mi ha restituito la libertà di vivere come preferisco.  Innamorato di quanto i ragazzi di ANGLAT GENOVA hanno fatto per me, ho deciso di provare, molto maldestramente ad emularli”

Ritornando al Mondiale, è stato un grande successo per tutta l’Italia. Ci racconti questo trionfo azzurro?

“5 atleti capitanati dal grande Pacini Andrea, nostro creatore, mentore, leader ed amico, nonché l’unico paracadutista in carrozzina al mondo. Andrea da perfetto disabile inserito lavora ad Aero Gravity, del volo ha fatto la sua professione.  Andrea come project manager del disability project di Aero Gravity, ha aderito immediatamente all’ iniziativa Francese dell’handyfly race. Ha consentito a centinaia di ragazzi con disabilità di provare l’esperienza del volo, Ed alla fine ne ha selezionati 4. Veronica Raineri, Marco Pisani, Noemi, ed io. Noemi non è elegibile per la classifica in quanto affetta da disabilita cognitiva in una competizione aperta esclusivamente a disabilita motorie. Andrea decide comunque di portarla e farla gareggiare per dare un segnale! Everbody can fly!!!

Skydiving: splendida medaglia per Emanuele Valenza (Anglat La Spezia)

Tutti possono volare e voi in Francia l’avete fatto veramente alla grande…

“Noemi non solo gareggia, si tuffa nel tubo per ben 4 volte eseguendo degli esercizi puliti, migliorando ogni volta il suo tempo, e totalizzando la miglior prestazione nella categoria dilettanti, pur essendo fuori classifica ci dimostra che la volontà batte la disabilità.
Veronica, vero elemento trainante della squadra. Tanto fragile quanto forte, collante del team, che fin dal girone a punti mostra incredibili prestazioni. Veronica domina tutta la gara fin da principio e si qualifica per la finale a mani basse
Marco, Andrea, ed io ci qualifichiamo per le semifinali ad otto e purtroppo qui il nostro capitano, vittima di un piccolo errore, perde la qualificazione alla finale dopo una gara fin lì disputata in maniera eccelsa, seconda solo a quella della nostra Vero.
A sorpresa sia io che Marco inseguiamo Veronica e la raggiungiamo in finale…a 4 di cui 3 italiani ed un francese”.

A quel punto siete a un volo dal tetto del Mondo…

“I coefficienti di disabilita degli altri finalisti, ed i loro tempi mi convincono che non ho speranze di calcare il podio, sono qualificato come quarto di 4 con il peggior coefficiente, decido quindi di non strafare, entro per primo e faccio una prestazione pulita.
Marco si trasforma, entra dopo di me e compie il miracolo, volando come mai fino a quel momento, accendendo tutte le luci con una precisione chirurgica e totalizza un tempo eccellente.

Il ragazzo francese vola come sempre benissimo, totalizzando il miglior tempo del torneo, ma piazzandosi tra Marco e me in quanto il suo coefficiente era di pochissimo peggiorativo rispetto a quello del nostro Marco. A questo punto tocca a Veronica, che vola per ultima tra i finalisti in quanto detentrice del miglior tempo della semifinale, oltre ad essere bravissima e precisa gode del miglior coefficiente. Non ci sono speranze per me di rimanere sul podio, ma la gioia è comunque enorme… 3 italiani in finale, di sicuro 2 medaglie ed un 4° posto! Ottimo.

Veronica vola come solo lei sa fare, compiendo evoluzioni pulite e precise, emozionando e stupendo accendendo tutte le luci, tutte, tranne una, l’ultima, che continua a sfiorare senza riuscire a premere del tutto. Veronica si scompone, perde quota, si appoggia sulla rete ma urla, e continua a provare e provare.. ed alla fine… la luce si accende… ma il cronometro correva, e Veronica è quarta. Comunque un successo.ne: Italia prima con Pisani, terza, con me, quarta con Veronica, settima con Andrea nonché unica nazionale a portare una ragazza con disabilita cognitive”

È stata l’emozione più grande della tua carriera sportiva?

“Sicuramente sì, non solo per il successo ma anche perché mi rendo conto di far parte di un gruppo di persone che coraggiosamente stanno operando come precursori di uno sport poco conosciuto ma che merita di entrare presto a far parte degli sport paralimpici. Non solo per la spettacolarità, ma anche perché fa bene al corpo e alla mente”

Quali sono per te i valori dello sport, in generale, e quelli in particolare del Paracadutismo Sportivo e dello Sky Diving?

“La ricerca di sé stessi e di quelle qualità che solo in situazioni come quelle agonistiche possono emergere appieno”

Quanto ti alleni ogni giorno? Come mantieni il tuo corpo in forma?

“Volo almeno un’ora al mese, che nel Mondo dell’Indoor Skydiving non è molto, purtroppo questo e uno sport molto costoso come lo Sci e la Subacquea. Ecco perché c’è necessità di renderlo paralimpico, affinché tutti possano praticarlo utilizzando i pacchetti di avviamento allo sport per imparare, e successivamente i canali delle convenzioni cip Inail per continuare in ambito agonistico”

Ci racconti un segreto…rivelabile? Una pratica, un rito, un motto che ti ha aiutato a diventare un campione?

“Mastico la stecchetta di plastica del caffe del distributore automatico”

Una passione al di là dello Skydiving

“Automobili. Sogno di fare la Parigi-Dakar”

Qual è il tuo rapporto con la Liguria? Cosa ti piace di più della regione?

“Mare, montagne, dalla subacquea allo sci in meno di 2 ore. Che c’è di meglio? Ci vorrebbe un Tunnel a Genova per raggiungere la perfezione”.

C’è una figura, del mondo dello sport o in generale, che è per te motivo di ispirazione?

“Lorenzo Tonetto. Uno sportivo coriaceo. Ha fatto della continuità la sua caratteristica. Facile vincere qualcosa e poi sparire… diverso e rimanere alla ribalta per 25 anni di onorata attività sportiva, di cui gli ultimi 5 da disabile”

Che consigli daresti a un bambino che si avvicina al Paracadutismo Sportivo per la prima volta?
“Scegli gli istruttori migliori, prima di lanciarti fai il tunnel”

Stelle nello Sport da tre anni organizza lo Sportability Day, per mettere in contatto la realtà Ligure dello Sport con i disabili, in particolare i più giovani, e renderli consapevoli di tutte le possibilità loro offerte dalle varie società. Con questo spirito, c’è un messaggio che vorresti lanciare a tutti, bambini, ragazzi, genitori, e istituzioni, per far capire quanto è importante lo Sport per la crescita di tutti, e per l’inclusività?

“Non abbiate paura di confrontarvi o di lasciare che i vostri cari si confrontino. Prendere atto dei propri limiti a volte ci aiuta a scoprire le risorse che non sapevamo di avere”

Quali sono i tuoi programmi per il prosieguo del 2023?

“Volare”

Federico Burlando

Per ulteriori informazioni:
Anglat La Spezia
Aero Gravity Soluzioni Volo per disabili

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SportAbility è il progetto che l’Associazione Stelle nello Sport ha creato per promuovere il valore dell’inclusione e sostenere le realtà sportive che coinvolgono persone con disabilità fisica e/o intellettivo relazionale. L’obiettivo è sostenere questo settore attraverso specifiche iniziative promozionali, culturali e sportive. Lo Sport ha un grande potenziale di miglioramento della vita di persone con disabilità fisiche, psichiche, sociali e delle loro famiglie.

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