L’Asd Atletica Alba Docilia di Albisola Superiore ha deciso di portare avanti un progetto di boccia paralimpica che ha avuto occasione di brillare anche allo scorso SportAbility Day. L’istruttore del club albisolese Lorenzo Colonna ha raccontato al nostro portale la nascita dell’impegno paralimpico e la crescita dell’atleta Simone Sidoti.
L’incontro con il club e la nascita del progetto paralimpico:
“Io sono uno psicologo dello sport. Mi sono abilitato nel 2020 con l’esame di stato. Io ho sempre avuto un grande amicizia con Stefano Freccero, attualmente il vice presidente e direttore tecnico di Alba Docilia, una società di atletica ed è anche allenatore specialista. Ci conosciamo da quasi quindici anni insomma. Si è sempre interessato a quello che facevo e ha sempre mantenuto l’interesse per l’attività paralimpica. Così quando mi sono abilitato mi ha coinvolto nell’organizzazione della società proprio per occuparmi di quella che è l’attività paralimpica. Lui aveva il contatto con il delegato regionale della FISPES, Giuseppe Corso, e da lì mi hanno passato il contatto di Mauro Perrone. Mauro è l’atleta che ha portato in Italia la boccia paralimpica intorno al 2013. Lui era andato in Erasmus a Barcellona e lì ha conosciuto questo sport, poi lo ha portato nel nostro Paese. Lui è stato atleta e capitano della Nazionale. Nell’ottobre del 2020 abbiamo cominciato a sentirci, lui mi ha spiegato come funziona questa disciplina e perché venga considerata la più inclusiva. Avevamo già un ragazzo che si allenava con un allenatore della società a fare il lancio del peso. Lo scorso anno, completata la mia formazione, ho fatto un corso da arbitro per conoscere bene questo sport e poi anche da tecnico, ho proposto a questo ragazzo di provare. Con la società ci siamo attivati, abbiamo acquistato un set di bocce facendolo arrivare dalla Spagna, visto che qui non ci sono ancora produttori. Lui si è appassionato e abbiamo deciso di procedere con l’affiliazione alla FIB. Lui è il primo atleta tesserato di Boccia Paralimpico in Liguria, lui ne va veramente fierissimo. Si tratta di Simone Sidoti, che è intervenuto anche all’ultimo SportAbility Day. Ora per le questioni burocratiche siamo andati un po’ a rilento ma da quest’anno volevamo provare a fare qualche torneo. Mi piacerebbe partecipare a qualche competizione”.
Lo SportAbility Day è stata un’occasione per incontrare società, ragazzi e atleti. Le sensazioni:
“È stata una giornata bellissima. Già solamente l’inizio con la sfilata delle varie società e delle varie associazioni è stato bellissimo. In generale nella cultura di massa è bene che venga maggiormente proposta un’iniziativa lodevole come questa. Spesso e volentieri si può pensare che ci siano poche realtà, invece sono una marea e lo abbiamo visto. Poi magari c’è un effetto bolla perché non c’è una buona comunicazione, non lo so. Quel giorno ho incontrato un ragazzino che fa atletica con noi che seguo sempre io. Lui fa attività anche con Eunike. È bellissima questa cosa. Con una società fa qualcosa, con loro fa pallavolo, mentre con noi fa atletica. È bellissimo che ci sia questa varietà. È chiaro che poi le distanze contano però è bello che ci possano esserci società che collaborano o che possano ‘passarsi l’atleta’. Insomma quel giorno si è riusciti a dare una prospettiva e una panoramica variegata di un tema che spesso e volentieri ha forse una prospettiva un po’ ristretta dal di fuori. È stata bellissima anche la modalità. Un percorso circolare che permette alle persone di fermarsi, fare domande e pensare allo stand successivo. Molto coinvolgente, vivace e curioso allo stesso tempo, anche il fatto di essere all’aria aperta ha aiutato”.
Le caratteristiche di questa disciplina:
“Possono fare questo sport anche persone con limitazioni gravi. I partecipanti, infatti, sono divisi in categorie, BC1, BC2, BC3, BC4. La categoria con grado più grave di compromissione del movimento sono i BC3 e sono quelli che possono lanciare anche solo con un movimento della testa e del collo. Questo è uno sport che si pratica esclusivamente in carrozzina. Questi atleti possono dotarsi dell’aiuto sia di uno scivolo, che mettono a fianco della carrozzina, e anche dell’aiuto di un assistente che non guarda mai il campo ma che posiziona, secondo le indicazioni, la rampa vicina alla carrozzina. La rampa si completa con dei pezzi, che possono essere messi o tolti a seconda della distanza che si deve raggiungere. Due lunedì fa c’è stato il World Boccia a Roma dove un atleta teneva in mano un foglio su cui era indicato il campo da gioco e tutte le varie distanze e angolatura da scegliere per raggiungere l’obiettivo. Una cosa molto matematica. Il gioco è molto molto simile alle bocce classiche: l’obiettivo è fare avvicinare le bocce al pallino bianco, il jack. Le bocce sono differenti perché non sono di metallo. Sono fatte di un materiale che è similpelle. Sono abbastanza morbide e pesano circa tre etti. Ci sono varie modalità, dall’uno contro uno al tre contro tre passando per il due contro due. Negli allenamenti si parte con una fase di riscaldamento e poi si svolgono vari esercizi con l’obiettivo di trovare la giusta modalità di lancio in termini di presa, forza e direzione, infatti la boccia può essere lanciata con la mano, con l’aiuto dello scivolo oppure calciata, e di riprodurre le situazioni più frequenti della partita. Si termina, infine, con la classica partitella”.
Questa disciplina viene considerata particolarmente inclusiva. Il motivo:
“Per tutti gli atleti, i ragazzi, gli sportivi che hanno una cerebrolesione o una forma di disabilità particolarmente grave che, magari arriva anche a impedire qualsiasi tipo di movimento, la boccia non è impossibile. Questa è una disciplina che possono svolgere. Ci si possono trovare benissimo. Ho visto questo campionato due settimane fa e c’era questo ragazzo che è riuscito a giocare. Ogni tanto si cade nel pietismo o in frasi fatte che evidenziano le differenze. Ciò che però si guarda alla tv è sport. Si vedono persone, atleti che si arrabbiano per gli errori e si comportano da sportivi. È sport. Le emozioni che hanno atleti e spettatori sono le stesse di qualsiasi altro sport. Sono avvincenti. Quando mi parlavano di bocce, ricordo qualche allenatore di quando ero più piccolo e giocavo a calcio usava le bocce per rimproverarmi quando non avevo voglia di allenarmi. La realtà è diversa. È un gioco che mette insieme delle abilità mentali, a livello di calcolo, pianificazione, prese di decisione che non sono assolutamente secondarie. Sono funzioni esecutive di base. Per quello, secondo me, è ad altissimo livello di inclusività”.
Fare sport è importante per tutti, normodotati e persone con disabilità. La cosa determinante, però, potrebbe essere migliorare la comunicazione e il messaggio da trasmettere:
“Lo sport è importantissimo per tutti quanti. Più che la disciplina in sé, infatti, bisognerebbe proprio lavorare sulla comunicazione e sulla motivazione. Quando uno comincia a fare sport, qualsiasi esso sia, si fissa un obiettivo. Decide a cosa puntare. Obiettivi che sono fondamentali perché sono collegati alle motivazioni. Sono elementi interconnessi fra loro. Far passare questo messaggio nello sport può essere qualcosa di grandissimo anche per la vita di tutti i giorni, specialmente in un periodo come questo, dove veniamo fuori da un paio d’anni di completa stasi in cui molto si è bloccato. Anche a livello di obiettivi personali dei soggetti. Secondo me riuscire a mettersi, attraverso lo sport, obiettivi in testa fanno attivare processi mentali che aiutano la persona. Questo è fondamentale. Lo sport è sia passatempo che parte fondamentale. Può insegnare tanto”.
Per il futuro, Lorenzo ha le idee chiare:
“A me piacerebbe tantissimo che si riuscisse ad ampliare la nostra attività. Sarebbe bello coinvolgere altre persone a provare la Boccia Paralimpica. Ampliare il numero di ragazzi insomma. Prossimamente, poi, una volta recuperato da questo infortunio al ginocchio, rimettermi in sesto e lavorare insieme a Simone, ed eventualmente con altri, per andare a fare qualche gara in giro. Ora ci siamo allenati tanto, però sicuramente le emozioni e l’esperienza che ci dà partecipare a una competizione ufficiale è qualcos’altro. Ci sarebbero motivazioni diverse.”.
Il tecnico ha un messaggio per coloro che potrebbero e dovrebbero avvicinarsi a questa disciplina:
“Questo è uno sport che va provato perché ci sono tante connessioni con altri sport di strategia. Quindi si tratta di uno sport che ha tanti aspetti mentali, sotto molti punti di vista. Può dare tanto, può essere una bella occasione per imparare qualcosa di nuovo e allo stesso tempo divertirsi. Sarebbe bello riuscire ad ampliare il raggio e a riuscire a diffondere maggiormente la pratica di questo sport”.
Simone Fargnoli
INFORMAZIONI UTILI
Asd Atletica Alba Docilia – Piazza Sbarbaro 4, 17011 Albisola Superiore (Savona)
Tel. Lorenzo Colonna: 3409723836
Mail: atletica.albadocilia@gmail.com
Facebook: Asd Alba Docilia
Instagram: atleticaalbadocilia