
Alessandra Mamino presidente della Polisportiva Dilettantistica IntegrAbili ha raccontato a Sportability Liguria la storia e le attività dell’importante società, costituita il 5 giugno 2009 grazie ad alcune famiglie mosse dall’esigenza di promuovere e favorire l’attività sportiva per i propri bambini, ragazzi e adulti con disabilità.
E’ gestita su base volontaria e senza scopo di lucro e ha per finalità lo sviluppo, la conoscenza e la pratica di varie discipline sportive con l’obiettivo di creare una reale integrazione tra persone disabili e “abili”. La polisportiva si fa promotrice per sensibilizzare il territorio nell’ambito scolastico, sociale e lavorativo. L’associazione ha sede a Sanremo ma ormai vanta soci in tutta la provincia imperiese. IntegrAbili utilizza le donazioni per l’acquisto di ausilii e attrezzature, partecipa alla copertura parziale delle spese sostenute dalle famiglie per le attività sportive e stipula convenzioni e collaborazioni con altre associazioni per ampliare l’offerta delle sue discipline e per eventi sportivi e sociali.
La descrizione della polisportiva e la grande crescita:
“Sono il presidente della Polisportiva Dilettantistica IntegrAbili di Sanremo. Non siamo solo a Sanremo a dire il vero. È un’associazione che adesso si è sviluppata in tutta la provincia di Imperia. La Polisportiva è nata dodici anni fa, proprio per l’esigenza di alcuni genitori per far fare sport ai propri figli con disabilità. Avevamo riscontrato tante problematiche dal punto di vista organizzativo ed economico e poi è nata questa opportunità. Poi è nata questa passione. Da tredici soci fondatori ora siamo più di 600. Abbiamo iniziato con l’attività natatoria base. Giochi in acqua e lezioni individuali. Piano piano abbiamo fatto corsi di nuoto fino ad avere ragazzi che sono campioni paralimpici in base alla loro categoria. Siamo iscritti alla Finp e alla Fisdir. Abbiamo proprio due ragazzi iscritti alla Finp che hanno partecipato ai Campionati Italiani Assoluti Nuoto Paralimpico in Vasca Corta a Riccione. Giorgia Amodeo e Francesco Rebora. I ragazzi sono cresciuti all’interno della Polisportiva, sono migliorati e abbiamo visto che lo sport fa bene”.
Dalla vela all’Handbike. Le tante attività di IntegrAbili:
“Noi viviamo in una località di mare, quindi facciamo vela, canoa. Per chi è più grande c’è anche la subacquea. Si fanno anche corsi di subacquea per disabili e non. Abbiamo collaborato con un’associazione di Alba per portare i nostri ragazzi a sciare a Limone. Poi abbiamo approfondito le attività facendo ginnastica, con il gioco psico motorio. Svolgiamo dei laboratori importanti per far socializzare i ragazzi, quindi laboratorio teatrale, musicale e artistico. Nel 2013 abbiamo fondato una squadra di Handbike. Abbiamo una squadra che partecipa ad alcune tappe del Giro d’Italia di Handbike o del Campionato Italiano. Fino a due anni fa noi abbiamo organizzato a Sanremo la finale del Campionato Italiano ed Europeo. Siamo iscritti alla Federazione Ciclistica e alla Federazione Handbike. Siamo cresciuti tanto e abbiamo anche delle attività sociali. Centri estivi d’estate a Sanremo e a Imperia ad esempio. Possono andare al mare con educatori preparati che li seguono. Siamo una realtà molto conosciuta in zona ma possiamo migliorare per arrivare a più persone possibili. Noi cerchiamo di ampliarci”.
La Terapia Multisistemica in acqua per aiutare le comunicazione:
“Nell’ambito natatoria abbiamo anche una terapia che si chiama TMA, terapia multisistemica in acqua, dove abbiamo dei terapisti formati che si occupano di giovani con problemi di autismo, disturbi dell’attenzione e problematiche di vario tipo. Adesso abbiamo ripreso questa terapia dopo il Covid e le sue difficoltà. L’elemento acqua mette in comunicazione e in rapporto l’operatore e il bambino, in modo che quest’ultimo possa tranquillizzarsi e possa apprendere sia l’aspetto relazionale sia quello natatorio”.
Il Covid-19 è stato, ed è, un colpo molto difficile da superare per la Polisportiva:
“L’ultimo anno e mezzo è stato terribile per noi, sia a livello gestionale delle famiglie e dei figli, sia a livello organizzativo e sportivo. Purtroppo sono due anni che annulliamo la gara di Handbike proprio per il problema Covid-19 e per le disposizioni da seguire. Oltre che al problema sicurezza. Per quel che riguarda il nuoto avevamo potuto ripartire con un percorso agonistico e terapeutico in numeri ristretti. Purtroppo tutto il resto è bloccato, dovremmo avere degli ambienti più grandi per poter fare almeno dei mini gruppi, anche per i nostri laboratori. In più purtroppo il discorso del green pass. I genitori hanno timore a fare il vaccino, in base alle patologie, ai figli. Quelli che hanno più di 12 anni senza green pass non possono nemmeno accedere agli impianti. In generale diciamo che ho notato che per adesso non riusciamo ancora ad ingranare per queste disposizioni che stanno cambiando ogni giorno. La gente è ancora spiazzata, non sa ancora se far partecipare i bambini e i ragazzi alle attività. Nei corsi di nuoto collettivo che abbiamo proposto non siamo arrivati ad avere i numeri minimi per partire. I genitori non iscrivono, probabilmente per questa problematica. Il Covid-19 compromette la vita quotidiana”.
Il valore dell’integrazione pura è il fulcro dello spirito della società:
“Noi ci chiamiamo Integrabili perché noi integriamo gli abili e non il contrario. Avevamo trovato nell’ambito sportivo un problema legato all’integrazione dei nostri ragazzi. Noi portiamo i nostri ragazzi nelle altre realtà sportive per far si che i nostri ragazzi integrino gli altri normodotati. L’integrazione deve ancora strutturarsi, anche a livello di testa delle persone. Lo sport è un elemento molto importante per i nostri ragazzi dal punto di vista fisico, mentale e di integrazione. È importante interagire con gli altri ragazzi, con i volontari, con gli istruttori, conoscere gente. Per loro è molto utile. Dà anche una cadenza di routine. Loro sanno che hanno un’attività da fare in quella struttura e si programmano. Già il fatto di fare qualcosa e di andare abitualmente stimola ancora di più ed è un fattore positivo. Nell’ambito delle attività organizziamo e ci appoggiamo spesso ad Associazioni del territorio già esistenti. Con loro facciamo delle convenzioni, stabilendo dei corsi. Per la vela, ad esempio, abbiamo la convenzione con la Lega Navale Italiana sezione di Sanremo. Loro hanno mezzi e qualifiche per portare in sicurezza i nostri ragazzi in mare. Queste qualifiche degli istruttori sono importanti per noi perché significa che i nostri ragazzi sono seguiti bene. Abbiamo trovato purtroppo delle difficoltà in alcune attività perché mancano a queste federazioni le qualifiche per il disabile. Noi puntiamo molto su questo. Sarebbe bello che per qualsiasi disciplina ci siano istruttori formati anche per il ragazzo disabile. Su questo lo sport deve crescere, manca un po’ nelle federazioni. In generale abbiamo sempre cercato di far in modo di svolgere al meglio le attività”.
Alessandra Mamino sottolinea anche come le soddisfazioni siano tante e quasi quotidiane:
“Per noi sono tutte le più belle soddisfazioni. Una soddisfazione è anche una chiacchierata con un genitore che ti ringrazia per quello che fai, per come si è trovato il bambino, per la tranquillità della famiglia. Poi è molto bello avere i complimenti per l’organizzazione dei grandi eventi. Emozionante anche vedere i ragazzi che arrivano con le loro medaglie perché hanno raggiunto il loro punteggio, il loro livello oltre a quello che si aspettavano loro. Queste gare paralimpiche, che potrebbero portare alle paralimpiadi, emozionano i ragazzi che hanno gli occhi lucidi per la felicità. La soddisfazione è pure vedere i bambini contenti che svolgono attività, riuscendo a stare a contatto con gli altri nonostante le difficoltà. Sono tante le soddisfazioni”.
Il timore di cominciare a fare sport c’è ma provare è la scelta giusta:
“Per me è fondamentale lo sport, a livello fisico, di socializzazione, dello star bene. Qualunque sia la disabilità. Diciamo che le famiglie sono ancora un po’ timorose. L’accettazione della disabilità del proprio figlio è la prima fase. Noi siamo un gruppo di genitori con figli disabili. Disabilità diverse e sappiamo cosa vuol dire avere la notizia o quando ci si domanda cosa fare. Sentire i genitori che parlano con te che sai cosa significa tranquillizza. Cambia l’espressione dei loro volti e si sentono a loro agio, più tranquilli. Bisogna rassicurarli in tutto ovviamente, in base alla disabilità e al tipo di sport. Bisogna dare tranquillità verso lo sport e verso la persona che deve seguire il ragazzo. Non bisogna avere timore ad iniziare a fare attività sportiva. Bisogna provare. Se non si prova non si potrà mai sapere come va. Io penso che bisogna tentare e se non va bene si può cambiare. Ci sono tante possibilità e tanti modi per poter iniziare una disciplina sportiva. Faccio un esempio. Un nostro socio, iscritto da poco, amputato di entrambe le gambe, ha iniziato a provare l’Handbike e ora non si ferma più. Ogni settimana fa chilometri in più.”.
IntegrAbili è pronta ad accogliere nuovi atleti e amici:
“Chi volesse contattarci può farlo ai nostri numeri o alla nostra mail. Abbiamo anche il sito che stiamo migliorando e aggiornando per vedere meglio cosa facciamo. Poi abbiamo la nostra sede. Corso Mazzini numero 3 a Sanremo, di fianco allo Stadio Comunale. La segreteria è ora aperta il lunedì e il giovedì dalle 9.30 alle 12.30. Se poi qualcuno ha bisogno di un appuntamento fuori da questi orari ci può contattare e troveremo una soluzione consona”.
Simone Fargnoli
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