Giovanni Falcini: “Facciamo crescere l’impegno paralimpico”

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Giovanni Falcini: “Facciamo crescere l’impegno paralimpico”

Molto apprezzata nel primo SportAbility Day, la scherma è una di quelle discipline che ha l’obiettivo, in Liguria, di espandersi e crescere anche come realtà paralimpica. Di questo impegno ha parlato ai nostri microfoni Giovanni Falcini, presidente del Comitato Regionale della Federazione Italiana Scherma e maestro in una delle società più importanti sul territorio, la Chiavari Scherma.

Le prime iniziative chiavaresi sono nate grazie al rapporto con la presidente dell’Anffas Tigullio Est, Egle Folgori:

“Sono circa sei anni che abbiamo iniziato con questo impegno. Avendo avuto rapporti con la presidente dell’Anffas Tigullio Est, Egle Folgori, molto ferrata sulla scherma e madre di Marco, che è stato un nostro atleta e che ha avuto risultati interessanti, oggi è maestro in Germania, e di Daniele, scomparso due anni fa.  Essendoci questo rapporto di conoscenza, dunque, abbiamo iniziato a incontrarci e abbiamo riscontrato che questi ragazzi, che non erano abituati a fare attività sportiva, facendo scherma e spiegando loro bene quella che era l’attività, mostravano un certo entusiasmo. Abbiamo iniziato a fare corsi da loro, poi anche tornei. Devo dire che abbiamo imparato tante cose da loro anche noi. Questo sicuramente è stato un aspetto importante per noi. Il messaggio che Chiavari Scherma ha voluto dare era proprio questo. Aiutare e dare qualche ora da regalare loro. Un momento di serenità. Nel tempo sono venuti in palestra più volte, e abbiamo fatto nuovi tornei, soprattutto sotto Natale: quello natalizio, quello dell’Epifania. In quelle occasioni abbiamo coinvolto anche i nostri ragazzi, volevamo trasmettere un messaggio di integrazione, molto spesso i normodotati non si accorgono delle fortune che hanno, così coinvolgere i ragazzi più giovani è stato molto utile. All’Anffas non hanno tante disabilità motorie, ci sono principalmente persone con disabilità intellettiva di vario genere. Ma da lì abbiamo iniziato a pensare di lavorare con il mondo paralimpico”.

La situazione ligure deve migliorare ancora, solo a Chiavari e a Savona ci sono ragazzi che svolgono l’attività:

“In Liguria sono presenti undici società ma di queste soltanto due, una la Chiavari Scherma e l’altra a Savona, hanno svolto attività paralimpica. Noi avevamo una ragazza e un ragazzo, mentre a Savona ce n’era solo uno. Con loro abbiamo fatto attività paralimpica. Il Covid ci ha messo del suo per intralciarci. Qui mi riferisco a Chiavari, perché questi due ragazzi si sono un po’ allontanati, un po’ per la paura e un po’ per altri problemi legati alla questione fisica. Il ragazzo ha partecipato anche ad alcune gare di calendario ufficiale paralimpico. Nell’ultimo periodo, per le sue difficoltà, non è riuscito a ripartire, l’ho anche sentito poco tempo fa ma sta facendo fatica sebbene abbi molto piacere a riprendere l’attività”.

Il valore della scherma non è solo fisico. Fondamentale l’aspetto intellettivo:

“Io sono certamente di parte ma il nostro sport è uno dei più completi perché, oltre alla parte fisica, che riguarda principalmente gli atleti normodotati, forza esplosiva, forza elastica, tempi di reazione, velocità; l’aspetto, per me, più importante resta quello mentale e tattico. Si sviluppa tantissimo l’elemento intellettivo, cercare di fare alcune mosse affinché l’avversario possa cascare nella ragnatela, e quindi per raggiungere la stoccata decisiva.  È un po’ l’obiettivo della scherma, dunque mi ripeto: ritengo che sia proprio l’aspetto più importante e che può essere di grosso aiuto per chi pratica questo sport, proprio a livello di aumento delle capacità cognitive sotto tanti aspetti”.

Il contatto tra normodotati e persone con disabilità attraverso lo sport è una chiave importante per ridurre le distanze:

“Ritengo che sia fondamentale questo confronto tra persone normodotate e persone con disabilità. Ha sicuramente una valenza importante da ambo le parti perché è positivo mettersi a disposizione degli altri. Capire e cercare di aiutare chi ha qualche difficoltà in più, sottolineando che nessuna differenza viene messa in evidenza. Anzi si cerca proprio di regalare del tempo che si spera per loro sia un momento in cui ci si distraggono e si impegnano completamente sullo sport. Sport determinante in questo senso, ci possono essere lo studio, la cultura, però in questi termini metterei lo sport sullo stesso piano della cultura, del valore culturale. Credo che scuola e sport siano le due cose fondamentali e per le quali questi ragazzi possano effettivamente ritrovarsi, possano avere obiettivi. Nella vita servono degli obiettivi, bisogna sempre porsi uno scopo e per loro avere la possibilità di rimettersi in gioco credo sia molto importante”.

Già fissati gli obiettivi futuri, sia come dirigente della Chiavari Scherma, sia come presidente del Comitato Regionale:

“Io parlo in duplice funzione, sia come Chiavari Scherma, sia come presidente del Comitato Regionale, quindi al di sopra del mio essere maestro di una società. Per spiegare il mio obiettivo come presidente del Comitato Regionale parto dal rammarico avuto lo scorso 11 settembre allo Sportability Day. Mi ricordo ancora bene quella giornata alla Sciorba. Il rammarico era che vedevo questi ragazzi che avevano un interesse verso la nostra disciplina ma dentro di me sapevo che poi purtroppo la maggior parte di loro, che vivevano a Genova, non avrebbero potuto continuare. Ho indicato le palestre su Genova dove poter voglio svolgere questo sport, ma non sono del tutto adatte. Al momento l’obiettivo è quello di aprire palestre per il paralimpico; serve crescere, servono maestri, istruttori e spazi. Occorrono palestre raggiungibili. Ho verificato che su Genova ci sono delle realtà che purtroppo, anche avendo la volontà di aprire al paralimpico, avrebbero problemi legati alle barriere architettoniche, per le quali i disabili non possono arrivare da loro. In quei casi fanno attività solo esternamente. Non è facile ma il progetto è sicuramente questo. Per quanto riguarda Chiavari c’è un mio sogno nel cassetto che da tantissimi anni sto cercando di percorrere. Si tratta della realizzazione del palascherma. C’è un progetto esistente dove uno dei punti fondamentali sarebbe proprio l’elemento paralimpico. L’inserimento della paralimpica in pianta stabile evidenzia l’importanza di avere delle palestre strutturate per questo. Purtroppo la scherma si differenzia dalle altre discipline nell’ambito delle strutture. Elementi come la pedana fissa e gli apparecchi creano grosse difficoltà nel condividere i nostri pazzi con altri sport, perché ogni volta saresti costretto a smontare e rimontare le cose. È un po’ complicato però il sogno è quello di riuscire ad avere una palestra un domani che effettivamente permetta di svolgere in contemporanea attività olimpica e paralimpica”.

Simone Fargnoli 

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