
Si sono appena concluse le fasi finali di powerchair hockey dove in lotta per lo scudetto c’erano anche i ragazzi dei Blue Devils di Genova.
Si presentano dopo aver vinto il proprio girone ad attenderli squadre più esperte e blasonate. Purtroppo il sorteggio per le semifinali li accoppiano contro gli Sharks Monza dell’ ex Davide Sciuva che si confermeranno essere campioni d’Italia. I Genovesi comunque faranno una grande prestazione. Combattutala finalina per il terzo posto, dove i ragazzi cedono solo a due minuti dalla fine contro gli esperti Thunder Roma.
Quarto posto nazionale quindi per questo team ancora giovane che a differenza delle altre squadre, ha comunque nelle proprie fila ragazzi per lo più affetti da patologie neuromuscolari e dunque con una limitatissima forza residua rispetto alle altre squadre che possono godere di almeno 2/3 “mazze” forti fisicamente. L’allenatore Audenzio Gatto racconta che nel tentare di arruolare nuovi atleti, ha trovato molto scetticismo tra i ragazzi a Genova.
“È strano per una città grande come la nostra , ritrovarsi alle fasi finali con 7 atleti in tutto, mentre paradossalmente altre realtà più piccole possono contare su 12-13 giocatori per squadra”, continua dicendo “questo perché chi ha forza fisica, preferisce fare un altro sport e purtroppo l’hockey in carrozzina è visto come uno sport moscio, lento, è un’etichetta che vogliamo toglierci perché se svolto ad alti livelli, è molto veloce, tecnico, tattico e spettacolare. Per chi avesse ancora dubbi, invitiamo a sintonizzarsi su YouTube sul canale Fipps per assistere anche ai nostri match”.
Tra i Blue Devils c’è anche un ragazzo che non ha una malattia neuromuscolare e di forza ne ha, soprattutto forza di volontà. Si chiama Leonardo Catania, ha 18 anni ed è stato premiato come miglior “mazza” di queste fasi finali. Non è un premio di consolazione, lui con la sua forza è l’unico della squadra che può portare palla e scagliare tiri potentissimi da ogni angolazione del campo, ovviamente per queste grandi prestazioni ha bisogno del supporto dei suoi compagni che gli liberano lo spazio con i “blocchi” stile basket. Leo, come lo chiamano tutti, si è affermato tra i grandi campioni di questa disciplina e dunque ritira il premio consegnato direttamente dal Ct della nazionale. Ringrazia i suoi compagni Santino, Marianna, Daniele, Luigi, Simone e Riccardo.