Michele Briano ha ottenuto grandi successi con l’Atletica, il suo primo amore, come lui stesso la definisce ma spesso fatica sui campi del Cus Genova e si diverte grazie al tennis in carrozzina. Ecco la sua storia.
La bellezza dello sport paralimpico è molto semplice, in sintesi è sport e uguaglianza:
“Lo sport per disabili è lo sport. Non cambia nulla. Solo che si fa da seduti, con delle protesi, da ipovedenti. È sport come lo sport per i normodotati, uguale identico. Ci si allena, si fa fatica, ci sono maestri e allenatori che ci insegnano, ci danno delle tabelle. Abbiamo nutrizionisti che ci aiutano col mangiare. È sport a tutti gli effetti”.
Il primo contatto con lo sport paralimpico è lontano ma parte integrante della vita di Michele:
“Praticamente io non ho mai smesso, da quando mi sono fatto male che facevo atletica, a quando ho ripreso a fare atletica nel ‘96 con la Polisportiva Quinto. Non ho mai smesso di fare atletica, nemmeno adesso. Domani probabilmente sarò in pista ad allenarmi con la carrozzina da corsa. Io ho la fortuna di lavorare, durante la settimana lavoro e il fine settimana lo dedico a me stesso e faccio sport”.
La carrozzina come mezzo per realizzare un sogno che trasforma la difficoltà in opportunità:
“Io dico sempre che se non mi fossi fatto male, trentuno anni fa, non avrei fatto tutto lo sport fatto da atleta paralimpico, io ho partecipato ai Campionati del Mondo, ho partecipato a dei Giochi del Mediterraneo, ai Campionati Europei, mi sono divertito e mi sono tolto delle belle soddisfazioni, son stato più volte campione italiano, sia nei lanci che nelle corse in carrozzina. Mi sono tolto delle belle soddisfazioni”.
Una carriera lunga e ricca di successi e felicità. Il suo momento più bello e più emozionate:
“Quando ho iniziato a fare atletica, forse. Non credevo potesse essere così bello e potessi avere così tante soddisfazioni quando ho iniziato”.
Poi una riflessione che coinvolge la comunità, un messaggio alle famiglie e alla scuola. Oltre 5mila disabili in Liguria non fanno sport:
“Non bisogna aver paura di affrontare le difficoltà. Chi più, chi meno riusciamo a fare sport, ognuno con le proprie difficoltà ma non bisogna aver paura di provare”.
Tanta atletica e tanti sport per Michele Briano. Tra questi anche il tennis in carrozzina sui campi del Cus Genova:
“Bellissimo, quando senti che colpisci bene la pallina, e la pallina va dall’altra parte è bellissimo. Preferisco il rovescio. Noi non possiamo ispirarci ai campioni di tennis in piedi. Il gioco è un po’ diverso, non riusciamo a colpire come loro. Mi ispiro a me stesso. A me viene più facile perché io vengo dall’atletica e per questo ho tanta forza, tanta abilità a spingere la carrozzina”.
Il contributo di Riccardo Brunelli è fondamentale per imparare:
“Menomale che c’è lui, altrimenti noi non saremmo in grado di fare quello che facciamo. Gli insegnamenti più importanti riguardano la voglia di provarci e la parte tecnica, ad esempio, come si tiene la racchetta in mano. Non è che uno prende la racchetta e colpisce, ogni colpo ha la sua impugnatura diversa con la racchetta, è tutto molto complesso e se non ci fosse lui che ce lo dice noi non lo potremmo sapere”.
A Tokyo andrà in scena la Paralimpiade, particolare per la situazione Covid-19, e l’attenzione è sui liguri Francesco Bocciardo e Matteo Orsi:
“Bocciardo ci conosce e segue tutti. Spero in lui e in Matteo Orsi. Spero che il ragazzo riesca a fare il piccolo passo che gli manca e che possa andare. L’ho incontrato qualche giorno fa e abbiamo parlato proprio di questo. Purtroppo il mio primo amore, l’atletica, non sta passando un gran momento. In Italia abbiamo un ragazzo romano molto forte, che potrebbe andare a medaglia, che è Diego Gastaldi. Ci sono tanti sport, tra l’altro nuovi, che saranno alle Paralimpiadi. Quindi forza ragazzi!”.
Simone Fargnoli