
Nata a Torino il 13 gennaio 2001, abiata a Moncalieri (TO), Carlotta Gilli ha ricevuto il Premio Internazionale Sport “Cristoforo Colombo” dal sindaco di Genova Marco Bucci. Un riconoscimento importante per una grande nuotatrice, reduce da una scorpacciata di medagli a Tokyo 2020. Carlotta è affetta dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa su base genetica a trasmissione autosomica recessiva, legata a mutazione del gene ABCA4, che colpisce circa una persona su diecimila, insorge solitamente nella prima o nella seconda decade di vita e rappresenta una delle principali cause di ipovisione giovanile. Non fermandosi mai, ora gareggia sia nell’universo olimpico che in quello paralimpico.
Oggi è tesserata per la Rari Nantes Torino e per il gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato. Detiene 11 record del mondo paralimpici (7 in vasca lunga e 4 in vasca corta) e ha vinto 23 medaglie (di cui 17 d’oro) tra Mondiali (9 ori) ed Europei (8 ori). Il suo racconto dopo aver ritirato il prestigioso premio.
Un riconoscimento importante dal Comune di Genova:
“Veramente emozionante essere qui. Quando ho saputo del premio ero molto onorata perché comunque era il coronamento di quanto fatto a Tokyo. Lì sono riuscita a portare tutta l’Italia, tutto il mio Paese sul gradino più alto del podio. Un premio questo veramente importantissimo. Ho conosciuto anche la storia di Genova. Tra l’altro io passo tutta l’estate in Liguria, ho una casa ad Andora. Adoro questa regione. Sono molto contenta“.
Successi in vari stili, la polivalenza una caratteristica:
“Siamo partiti con una sfida. Io ho detto voglio fare tutte le gare, poi vediamo. Cinque gare, cinque medaglie, non potevo chiedere di più. La strada è l’amore, la passione per questo sport, il voler in qualsiasi modo raggiungere l’obiettivo, sacrificarsi e fare tante rinunce negli anni prima. Credo che sia un po’ un’ambizione che devi avere da bambino. Io fin da quando sono piccola sognavo di fare l’atleta e di andare a vincere alle Olimpiadi. Oggi che questo è diventato realtà sono la persona più felice della terra”.
Il ricordo di Tokyo 2020:
“Una meraviglia. Delle emozioni meravigliose che non dimenticherò mai. Piano piano sto metabolizzando quello che ho fatto e quello che è successo. Devo essere sincera, tutte le volte che vedo ciò che riguarda Tokyo ho la pelle d’oca. Questa è stata un’emozione fantastica che porterò con me tutta la vita”.
La scelta del nuoto:
“Quando ero piccola volevo giocare a calcio ma i miei genitori mi hanno sempre fatto nuotare, perché era uno sport completo. Io controvoglia andavo a nuotare. Nel momento in cui ho iniziato a fare le gare e a provare certe emozioni ho capito che quella era la strada, quello che volevo. Ho sempre seguito questo sogno, magari facendo delle rinunce, però sempre fatte con il cuore”.
L’importanza di avvicinarsi ad un’attività paralimpica e il valore dello sport:
“Credo che non sia giusto esonerare i ragazzi da educazioni fisica. Tutti i ragazzi devono avere la possibilità di fare un’attività sportiva. Si affronteranno diversamente ma tutti devono poter fare sport. Il mondo paralimpico lo permette e questo dovrebbe entrare anche nelle scuole. Un ragazzo disabile non è giusto che a scuola debba semplicemente guardare i compagni che fanno l’ora di ginnastica. La scuola deve organizzarsi per permettere al ragazzo di fare la vita come gli altri perché è un ragazzo esattamente come gli altri”.
Il futuro:
“Continuerò sicuramente ad essere una atleta, dopo la vacanza post Tokyo ho ricominciato a nuotare e ad allenarmi. Sono nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro e della Polizia di Stato. A differenza dei normodotati noi non siamo ufficialmente arruolati. Il mio sogno sarebbe quello di essere la prima atleta paralimpica nella Polizia di Stato per potermi mettere al servizio di tutti gli italiani anche sotto la veste di poliziotta. Voglio far capire quanto sia importante il fatto che non bisogna mai mollare e smettere di credere nei propri sogni. Quando la vita mette davanti degli ostacoli bisogna cercare di reagire e andare avanti”.
Una battuta anche su Francesco Bocciardo, eccellenza ligure:
“Francesco è un grandissimo compagno. Quando io sono entrata in Nazionale nel 2017, Francesco era già un campione, aveva già vinto a Rio. Per me è stato ed è un grandissimo esempio. Adesso è riuscito a riconfermarsi e credo che sia ancora più difficile che vincere la prima volta. Lui è un grandissimo esempio. Quando ho dubbi vado a chiedere a lui, è molto disponibile nei miei confronti. Non finirò mai di ringraziarlo”.