
I pugni chiusi, la commozione. E’ arrivato il secondo oro paralimpico, il più difficile, forse insperato. Francesco Bocciardo è immortalato nel Tokyo Aquatics Centre in un manifesto di grandezza. La sua passione, la sua forza, la sua dedizione, il suo orgoglio. Che sono poi anche i nostri.
Il percorso di Francesco inizia da lontano. Arriva giovanissimo alla sua prima Paralimpiade: Londra 2012. La Liguria inizia a conoscerlo. Riceve l’Oscar di Stelle nello Sport a giugno del 2012, a due mesi dal suo esordio a cinque cerchi. Nuota tutti i giorni alla Piscina di Albaro. Lo allega Luca Puce, ancora oggi suo tecnico. Veste la calottina dei Nuotatori Genovesi e si impegna a tutto campo per promuovere lo sport quale strumento di abbattimento delle barriere. Ogni “scampolo” di visibilità lo sfrutta per lanciare il messaggio ai suoi coetanei con disabilità: “fate sport!”.
“Mi sento fortunato e realizzato – ci racconta da Tokyo – mi hanno chiamato da tutta Italia e dall’estero. Mi manca ancora una gara ma già così posso dire di essere super felice. Ogni momento di visibilità lo dedico a ricordare che lo sport è un percorso fondamentale per tutti i ragazzi con disabilità. Per questo ho sposato con gioia il progetto SportAbility e per questo da tanti anni mi impegno nel Cip. Oggi, per fortuna, anche nel mio ruolo di dipendente nell’ufficio sport di Regione Liguria”.
Un passaggio fondamentale. Uno spartiacque. Bocciardo torna da Rio de Janeiro con la sua prima medaglia d’oro nei 400 metri stile libero. E’ il risultato di tanta dedizione e tanto lavoro. Ma la sua vita prosegue, anche fuori dalla vasca che frequenta dall’età di 4 anni quale attività terapeutica per combattere la sua tetraplegia spastica. Si laurea in scienze dell’amministrazione con 110 e lode, completando il ciclo universitario dei cinque anni in tre e mezzo. Fa esperienza in un’azienda di meccatronica nel settore risorse umane. Però il lavoro vero rischia di portarlo lontano dalla sua Liguria.
“Avevo partecipato a un concorso pubblico, arrivando primo in graduatoria ma avrei dovuto lasciare Genova e la Liguria e andare a vivere e allenarmi in Toscana. E’ stato fondamentale l’intervento di Ilaria Cavo, allora assessore allo sport in Regione Liguria. Grazie a lei, l’ente ha seguito l’iter che poteva portare alla mia assunzione qui. Non è stato banale. Ma ancora oggi ci penso e dico che poter rimanere a casa, allenarmi nella mia vasca in Albaro è stato fondamentale per tutti i risultati raggiunti. Insomma ringrazierò sempre Ilaria e la Regione Liguria per quanto hanno fatto e spero di poter restituire a tutti tanta gioia e orgoglio con questi risultati”.
Risultati da sogno. Ad oggi 2 medaglie d’oro (200 e 100 metri) e una d’argento (staffetta 4×50) con l’ultima sfida sui 50 metri stile libero fissata per mercoledì 1 settembre. “Non credevo di farcela sui 100 metri. Io sono un mezzofondista. Con il mio allenatore abbiamo cercato di preparare e adattare la strategia di gara. Alla virata ero quinto, forse quarto. E’ stata una rimonta straordinaria. Adesso i 50 metri. Sarà durissima. Partirò fortissimo e poi vedremo. Ci sono tre nuotatori cinesi fortissimi e in generale il livello è molto alto. Servirà uno sprint superbo”.
Ogni giorno sente il suo allenatore Luca Puce, rimasto a Genova. Condivisione di strategie, emozioni, preparazione. Un tandem straordinario, firmato Nuotatori Genovesi. A lui e ai suoi tanti amici Francesco rivolge un pensiero. Non solo, una dedica la vuole spendere per un grande campione con cui ha condiviso i fasti di Rio.
“Un pensiero lo dedico a Vittorio Podestà. Lui ha aperto il fronte. E’ stato il primo grande campione paralimpico della Liguria. Con lui abbiamo conquistato tre ori in Brasile. Qui a Tokyo potevamo fare il record di 5 liguri qualificati. Se avesse voluto poteva ancora farcela. E’ un grandissimo campione e uomo e tutto il movimento gli deve molto. Anche io che ho seguito la sua scia di successi e che spero di essere oggi fonte di ispirazione per altre ragazze e ragazzi a cui auguro di vivere le emozioni che sto vivendo io, adesso”.
Ama ascoltare musica, Francesco. Anche prima della gara dei 50 metri metterà nelle cuffiette il suo pezzo preferito: “Eye of the tiger”. Poi ce la metterà tutta, come ha sempre fatto. E chissà. Alla fine potremmo rivederlo come in questa foto. Gli occhi di tigre che si sciolgono in un pianto di gioia. I pugni chiusi e l’esultanza.
Grazie Francesco per le emozioni che ci stai regalando. Ti aspettiamo nella “tua” Liguria. E insieme, il prossimo 11 settembre in occasione dello SportAbility Day, rilanceremo forte l’invito a tutti i ragazzi con disabilità: fate sport! “Non tutti diventeranno campioni, ma non è quello che conta! Io grazie allo sport sono oggi un uomo migliore. Sono felice e mi sento realizzato!”.