Insuperabili Reset Academy: il Calcio delle mille abilità

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Insuperabili Reset Academy: il Calcio delle mille abilità


Stefano Fazzalari, responsabile genovese dell’Insuperabili Reset Academy, racconta l’attività svolta nell’ultimo anno tra speranze e restrizioni. L’anima del team non si è mai spenta e, nonostante le tante difficoltà, il progetto è andato avanti con impegno, sicurezza e organizzazione.

Il tutto per salvaguardare il valore dello sport, fondamentale a molti livelli: attraverso il calcio si punta a far crescere e interagire ragazzi con disabilità all’interno della società. Insuperabili Onlus, insieme a A.S.D. Total Sport, Reset Group e una squadra di Testimonial capitanata da Giorgio Chiellini, promuove dal 2012 lo sviluppo sul territorio nazionale di una rete di scuole calcio rivolte a persone con disabilità intellettiva, motoria, relazionale, comportamentale e sensoriale.

Marzo 2020. Inizia un periodo complesso per tutti ma il gruppo non si ferma e la risposta è di quelle da ricordare. L’impegno è andato oltre ogni problema:

“Abbiamo cercato di riorganizzarci subito, dall’inizio della pandemia, con quello che potevamo fare in casa. Abbiamo creato un programma di allenamenti a distanza, dove tutti i nostri gruppi, con i diversi funzionamenti, erano coinvolti. Le disabilità più lievi riuscivano a collegarsi, per quelle più gravi o con i più piccoli questo canale era difficile da far funzionare. In ogni caso, per loro, strutturavamo delle attività, dei video o delle slide in Power Point, aiutati dalle famiglie. Noi comunicavamo ai genitori l’attività da fare, più o meno sportiva, l’importante era approcciarsi sotto il profilo educativo. Venivano portate avanti queste attività a distanza e nel lockdown abbiamo fatto di tutto per restare vicini alle famiglie e ai nostri atleti. Siamo riusciti ad ottenere buoni risultati, a loro modo rispondevano tutti presenti e con alcuni siamo riusciti a creare anche dei mini tornei in casa. Con altri, invece, abbiamo registrato dei video che venivano mandati ai nostri allenatori”.

 

L’essere un programma su scala nazionale ha favorito la nascita dell'”Insuperabili Virtual Cup“:

“Noi siamo un programma nazionale, non solo di Genova. Ogni anno solitamente organizziamo la Insuperabili Cup, con tutte le 17 Academy di Italia. Le squadre un po’ si incontrano, un po’ si scontrano, fanno gruppi misti. Diventa un momento di aggregazione e di sport molto importante. L’ultimo anno non l’abbiamo potuto fare ma siamo riusciti a fare qualcosa di simile a distanza: la Insuperabili Virtual Cup. Una serie di lanci di sfide da una casa all’altra. C’è stata anche una premiazione finale in cui sono stati coinvolti i nostri testimonial del mondo del calcio e dello sport professionistico. Ogni tanto proponevano loro i video con gli esercizi da far fare ai nostri ragazzi”.

La ripartenza ha assunto una forma particolare e ha condizionato il lavoro, ma in nessuna situazione ci si è fermati:

“A maggio, giugno hanno sbloccato qualche piccola cosa, qualche attività minima di campo. La scorsa estate abbiamo sperato che ci fossimo messi alle spalle il peggio. Le categorie più alte hanno iniziato allora con amichevoli per prepararsi a quello che avrebbe dovuto essere il loro campionato. Poi i nostri campionati federali sono stati rinviati ripetutamente fino a marzo, quando alla fine sono stati sospesi. Abbiamo cercato di dare un esame di realtà ai nostri ragazzi. Abbiamo combattuto con tante difficoltà, abbiamo danzato con i colori. I colori delle zone condizionavano il nostro lavoro, avevamo pronti programmi differenti. In Liguria non siamo mai diventati rossi, per fortuna, ma, in quel caso, avremmo fatto partire il training a distanza. In zona gialla e arancione siamo riusciti, rispettando distanziamenti e normative, a continuare gli allenamenti tutte le settimane e non è stata cosa da poco. Abbiamo fatto investimenti economici importanti per permettere ai nostri ragazzi di continuare l’attività in sicurezza e per rispettare le normative vigenti. Siamo riusciti a dare continuità: gli adulti due volte a settimana e la scuola calcio una”.

Fazzalari sottolinea come l’impegno della società non si limiti al campo:

“Noi abbiamo attività a corollario dello sport come laboratori, supporto compiti, percorsi di avviamento al lavoro. Tutte sono state smorzate nell’ultimo anno. Le attività culturali e ricreative erano state sospese ed essendo il nostro mandato sportivo ci saremmo dovuti fermare. Però, per le disabilità più gravi, nel momento in cui è stato possibile riprendere le attività sanitarie, grazie al supporto delle famiglie, siamo riusciti a trasformare alcuni progetti che avevamo prima in un ambito molto più sanitario, appoggiandoci anche ad alcune strutture, e alla fine abbiamo portato avanti questi laboratori. Erano attività riabilitative permesse dalle normative. In questo modo abbiamo tenuto comunque vivo il filo conduttore, al di là del campo. Per le fasce più gravi è andata così. Sul campo abbiamo cambiato modo di fare allenamento, organizzando il lavoro diversamente. Non volevamo fermarci perché per loro lo sport è stato, soprattutto nell’ultimo periodo, la vita. Uno dei pochi momenti in cui uscivano di casa. Per loro è stato fondamentale”.

Lo sport ha acquisito un’importanza ulteriore nel corso dell’emergenza sanitaria:

“Io ho visto la differenza tra ragazzi, con o senza disabilità, che, nell’ultimo anno, hanno potuto proseguire, magari in maniera diversa, l’attività sportiva e quelli che non lo hanno fatto. Non a livello fisico ma a livello di umore, a livello emotivo. Per questo mi sento di dire che l’attività, per quanto difficile sia stato stare al passo con le leggi e per quanto sia cambiata la quotidianità del campo, sia ugualmente servita a tutti loro”.

Stefano Fazzalari sottolinea come l’Academy abbia cercato di sfruttare il problema Covid-19 per crescere:

“Ci siamo costruiti all’interno di quest’anno la possibilità di effettuare un percorso di formazione per tutti i nostri coach, che è un master triennale fatto tutto online, per sfruttare questo anno e aumentare la professionalità di coach e operatori che sono a contatto con le famiglie per ritrovarci l’anno prossimo anche più preparati. Abbiamo cercato di sfruttare le difficoltà a favore della ripartenza”.

Sport e non solo. Le attività sono varie ma competitività e socializzazione vanno di pari passo. Nasce la “Insuper Got Talent“:

“Durante questa stagione abbiamo portato avanti altre attività, sempre online: cucina e ballo ma non solo. Adesso ne abbiamo ancora una, chiamata Insuper Got Talent che riunisce tutte le attività ma sotto un profilo diverso dallo sport. Le Academy si stanno sfidando tutte con canzoni, balli, a distanza. Progetti che hanno permesso di tenere viva sia la motivazione, sia il senso di appartenenza, di squadra. Prima di essere una squadra loro sono quasi una famiglia allargata. È stato un anno duro ma i genitori hanno risposto presente e le fatiche sono state ripagate”.

Lo sport ha un valore fondamentale per le persone con disabilità e in questa Academy imparano a migliorare:

“Lo sport serve a loro per migliorare le capacità cognitive, relazionali, sportive, atletiche. Loro hanno nella nostra squadra la spinta per cercare di crescere. Noi proviamo a far migliorare anche quelli che hanno molte difficoltà, non tanto a livello calcistico ma a livello motorio. Allo stesso tempo per loro è fondamentale per mantenere quel filo relazionale e quel filo di aggregazione che la pandemia ha ulteriormente messo a rischio. Grazie allo sport hanno potuto continuare a vedersi nonostante le limitazioni ed è stato importante. Già questo fa capire che valore sociale e aggregativo ha lo sport per questi ragazzi”.

A Genova e in Liguria i numeri restano importanti, nonostante un periodo complicato:

“Tra Settore giovanile e Prima Squadra abbiamo circa una cinquantina di atleti, mentre nella scuola calcio una ventina di iscritti. Praticamente la pandemia non ha fatto calare i nostri numeri, anzi abbiamo avuto una leggera crescita. Alcuni atleti si ritroveranno alla ripartenza, altri siamo riusciti a coinvolgerli sempre. È stato importante in un anno così particolare non aver avuto una decrescita. La speranza è quella di continuare, riprendere e proseguire”.

Fazzalari aggiunge come sia vicino alla realizzazione di un progetto sul territorio:

“Abbiamo l’idea di aprire a Genova un corner shop dove dentro dovrebbero andare ragazzi con disabilità, ovviamente affiancati da percorsi di avviamento al lavoro. Il negozio era attivo a Torino, poi è stato chiuso per la pandemia e la vendita è proseguita online, tra l’altro seguita da due nostri ragazzi Insuperabili. Su Genova avevamo questo progetto prima della pandemia però ci abbiamo lavorato ugualmente e ci sono buone possibilità, per settembre e ottobre, di riuscire ad aprire lo stesso”.

Infine, la speranza per il futuro della società e di questi ragazzi:

“Mi auguro che si possa trovare un po’ di normalità su tutti i livelli. Spero che i ragazzi possano riprendere le loro competizioni, federali, regionali, interregionali, perché loro si allenano per andare a gareggiare e a divertirsi. Io spero si possa avere una continuità tranquilla per fare in modo che tutto il lavoro fatto possa avere una maggior generalizzazione nella vita comune. Se aumentano gli spazi di socializzazione aumentano anche gli spazi entro cui le terapie, le riabilitazioni, progetti come il nostro, possono trovare la possibilità di generalizzarsi”.

Simone Fargnoli 

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