Davide Sciuva: “Con l’hockey in carrozzina amore a prima vista “

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Davide Sciuva: “Con l’hockey in carrozzina amore a prima vista “

Davide Sciuva è tra i protagonisti dell’hockey in carrozzina in Italia. La sua passione è sbocciata nel 2014, quando alcuni amici lo hanno invitato a provare.
Dopo lo scetticismo iniziale, è sbocciato l’amore, che è poi cresciuto, stagione dopo stagione, attraverso importanti risultati agonistici. Solo un anno più tardi, la convocazione in Nazionale.

Il Covid-19 non ha fermato la sua determinazione. Il lavoro della Federazione, inoltre, prosegue e l’obiettivo è ripartire al più presto. La prima tappa sarà il raduno della Nazionale, per il quale il ligure è stato convocato. La data da segnare in agenda è il 13 maggio, quando a Jesolo si ritroveranno ufficialmente gli atleti per riprendere gli allenamenti. Per quanto riguarda i club, invece, sono attese novità già nelle prossime settimane.

Il diciannove, nato a Ceva ma residente da molto tempo a Cairo Montenotte, è sulla carrozzina dall’età di 13 anni per colpa di una grave malattia che ha attaccato e fatto regredire i suoi muscoli:

Camminare e fare qualsiasi movimento erano diventate attività molto stancanti e pesanti per me. Inoltre la situazione era parecchio pericolosa per via delle cadute, che erano causa di lividi e di doloriA quel punto ho deciso che avrei iniziato ad usare la carrozzina”. 

Lo sport occupa da sempre la vita di Davide, prima del wheelchair hockey ci sono state altre discipline:

“Ho giocato a calcio quando ero piccolo e, successivamente, anche se non come agonista, ho fatto nuoto, disciplina che pratico ancora oggi, occasionalmente”.

La sua crescita agonistica passa attraverso una storia bellissima. Il percorso verso l’olimpo di questa disciplina viene raggiunto anche attraverso una raccolta fondi con cui, grazie soprattutto alla generosità dei suoi concittadini, Davide riesce ad acquistare una carrozzina sportiva:

“L’idea in sé c’è sempre stata, tuttavia non l’avevo mai davvero presa in considerazione, fino a quando una raccolta fondi è stata necessaria a seguito dei problemi che presentava la carrozzina che avevo a quel tempo. Il prezzo, però, era alto. Costava quindicimila euro. Allora ho preso spunto anche da altre storie, soprattutto provenienti dall’estero, di persone che, attraverso una campagna online, sono riuscite a raggiungere il loro obiettivo. C’è stata un’ampia partecipazione, e devo ammettere che non me l’aspettavo, di molta gente, in gran parte della comunità cairese a cui sarò per sempre grato”.

Il grande sogno di Davide Sciuva resta, però, quello di partecipare alle Paralimpiadi, nella speranza che, presto, questa disciplina possa essere inserita all’interno del programma del Comitato Paralimpico Internazionale. Gli obiettivi sono chiari:

“Sono un ragazzo abituato a porsi tantissimi obiettivi, sono parecchio ambizioso. Vincere un mondiale, un europeo, un campionato italiano, il trofeo di miglior giocatore dell’anno… Io ci credo sempre. Il sogno più grande sarebbe quello di partecipare a una Paralimpiade. Ad oggi l’hockey in carrozzina non è ancora disciplina paralimpica ma spero che presto possa riuscire a soddisfare tutti i parametri richiesti dal Comitato Internazionale Paralimpico”.

Blue Devils Genova, prima, e Sharks Monza ODV, adesso, le sue squadre. Gli allenamenti proseguono, il suo programma:

“Dallo scorso anno, gioco nella Sharks Monza ODV. Gli allenamenti in gruppo si svolgevano generalmente il mercoledì e il sabato. Purtroppo l’emergenza Covid-19 ci ha impedito, e ci sta impedendo, di esprimere il nostro valore”.

Il lockdown è alle spalle ma il ricordo è ben fissato nella mente:

E’ stata davvero dura. A febbraio, con la Nazionale, avevamo vinto il 4 nazioni e a giugno si sarebbe dovuto tenere l’Europeo in Finlandia dopo le finali di campionato. Tutto questo ha influenzato il morale, anche se in quel periodo dovevo pensare all’esame di maturità. E pure tutto il mondo della scuola era nella massima incertezza. Per fortuna sono riuscito a restare in contatto con i miei compagni tramite le videochiamate. Mi è servito sia per confrontarmi con loro e parlare, sia per tenermi “allenati” tatticamente in ambito sportivo. A volte riguardavamo video di squadre avversarie in modo da poter affinare i nostri schemi e i vari movimenti”.

Non solo lo sport. Il ragazzo studia al DAMS di Torino, con l’obiettivo di diventare sceneggiatore. I suoi interessi:

“Principalmente il cinema; ma anche giocare alla play; leggere qualche libro e interessarmi ad altri sport, come pallacanestro e calcio. Attualmente studio all’Università di Torino nel corso DAMS e spero di poter diventare uno sceneggiatore”.

Simone Fargnoli

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