
Tommaso Libertini, sedicenne genovese affetto da una emiparesi al lato destro, è in forza alla Genova Badminton ed è entrato, quest’anno, nel giro della Nazionale. Enrico Galeani, head coach dell’Italia di para-badminton ha messo gli occhi su di lui, e vista la giovane età, la speranza e la voglia di crescere sono tante. Fare sport è per Tommaso, come lui stesso racconta, un momento fondamentale, emozionante e stimolante.
Il primo incontro con questa disciplina arriva per divertimento e per il padre. Poi la scoperta e il colpo di fulmine:
“Io mi sono avvicinato al badminton perché mio padre è vice presidente della Genova Badminton Club. L’ ho sempre giocato da piccolo ma mai come sport. Ho iniziato a giocarlo seriamente come sport, con allenamenti ogni settimana, ad 8 anni e a 10 ho fatto i primi tornei. Mi sono trovato benissimo al club e, grazie al supporto che mi hanno dato, sono arrivato a conoscere il para-badminton. Una scoperta importantissima per me che mi ha portato a fare, a maggio, il torneo in Spagna”.
Il torneo in Spagna (“Spanish Parabadminton“) è stato fondamentale per misurarsi e per conoscere grandi campioni:
“Quel torneo poteva andare meglio. Mi è, però, servito per vedere un livello molto alto. In Italia ci sono giocatori forti ma lì, per la prima volta, ho potuto vedere dei veri campioni”.
Gli allenamenti sono un impegno settimanale importante:
“Al momento la situazione per noi è difficile. A Genova, ad oggi, non abbiamo più palestre, per questo andiamo a Chiavari o a Borzonasca. Di solito ci sono tre allenamenti a settimana”.
Per Tommaso il badminton è un’esperienza completa. Lo sport non è solo competizione:
“Giocare a Badminton per me è una liberazione. Per esempio, sono stressato, vado ad allenamento e mi rilasso anche. È uno sfogo e in più, ovviamente, mi diverto. Sto con persone e posso confrontarmi. Lo sport è in questo senso competizione. Riesco a confrontarmi, vedere se sono migliorato, su cosa devo ancora migliorare e molto altro. Per me lo sport è stato un metodo per capire, e poi superare, alcuni miei limiti, soprattutto emotivi”.
Il suo percorso agonistico si è arricchito anche con incontri e nuove amicizie:
“Mi sono fatto degli amici, alcuni anche molto stretti. Parlando della Genova Badminton, posso dire che è una grande famiglia. Ti accolgono subito e ti aiuteranno sempre, in qualsiasi situazione ti trovi, loro ci sono”.
Guardandosi da esterno, Tommaso sa quale potrebbe essere il suo punto di forza:
“Il mio punto di forza, forse, è che emotivamente reggo fino all’ultimo. Diciamo che sono riuscito ad allenare questa cosa del non arrendermi mai, anche quando all’avversario manca un punto alla vittoria”.
La chiamata della Nazionale, a cui ha fatto riferimento prima, è stata una grande gioia:
“Quando mi hanno convocato per la Spagna ho pensato fosse incredibile. Ho iniziato per divertimento e son finito a rappresentare l’Italia; è stato qualcosa di incredibile. La convocazione, per me, è stata importantissima. Anche in Nazionale sono tutti bravissimi e gli allenamenti sono molto divertenti. Sono persone con le quali si può parlare. Qualsiasi problema uno abbia lo può dire al coach e agli altri atleti, loro ti aiuteranno sempre”.
Il ricordo indimenticabile, invece, riguarda un terzo posto molto particolare:
“Uno dei momenti più belli che ho vissuto è quando ho fatto un Grand Prix a Chiavari. Ero appena tornato dall’esame scritto di matematica. Ero molto nervoso eppure ho giocato benissimo. Mi ricordo che sono arrivato terzo nel singolo, ed è stato strano visto che di solito nei Grand Prix io non vado molto in alto, visto che ci sono atleti normodotati di tutt’Italia. Io lì ho fatto la miglior partita di sempre. Quel ricordo non me lo toglierò più dalla memoria”.
Un sogno c’è ma l’obiettivo di Tommaso è la crescita:
“Il sogno nel cassetto è la partecipazione alle Paralimpiadi. Un obiettivo vero e proprio non c’è. Io mi alleno sempre e do ogni volta il massimo. Il solo obiettivo che ho è quello di migliorare costantemente”.
Simone Fargnoli